Il Medico del Lavoro: si differenzia dal Medico Competente?
Il medico del lavoro è un medico specialista in medicina del lavoro, una delle specializzazioni che consente di svolgere la funzione di medico competente. Nel linguaggio comune si utilizza la dizione medico del lavoro per indicare proprio la figura del medico competente.
Questa funzione può essere svolta da medici aventi appunto specifica competenza in materia. Nel corso degli anni, i titoli sono stati più volte integrati e rivisti. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Chiariamo il significato di Medico del Lavoro
Possono svolgere le funzioni di medico competente i medici specialisti in Medicina del Lavoro o specialisti in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o specialisti in Igiene e Medicina Preventiva o specialisti in Medicina Legale.
I medici specialisti in Igiene e Medicina Preventiva o in Medicina Legale che svolgevano tale attività alla data di entrata in vigore del d.lgs. 81/2008 o che l’avevano svolta per almeno un anno nei tre anni precedenti tale entrata in vigore, sono titolati a svolgere le funzioni di medico competente.
Per coloro che non possono vantare tale requisito di svolgimento dell’attività di medico competente, è necessario conseguire apposito master abilitante.
Sono medici competenti anche i medici non specialisti, cosiddetti autorizzati che svolgevano tale funzione di medico del lavoro da almeno quattro anni prima della entrata in vigore del d.lgs. 277/91.
Possono svolgere la funzione di medico competente anche i medici delle forze armate che abbiano svolto la funzione di medico nel settore del lavoro per almeno quattro anni.
Chi è quindi il Medico del Lavoro
Il Ministero del Lavoro raccoglie in un albo nazionale, suddiviso per regioni, i nominativi dei medici in possesso dei requisiti e che sono in regola con l’aggiornamento ecm (educazione continua in medicina) che il medico competente ha l’obbligo di svolgere raggiungendo nella disciplina medicina e sicurezza sul lavoro almeno il 70% dei crediti totali da conseguire.
Tali competenze devono essere sempre aggiornate per garantire una sorveglianza sanitaria improntata ai contenuti scientifici più avanzati e non solo ai dettami normativi, anche in considerazione della lentezza dell’evoluzione giuridica e legislativa rispetto al progresso della scienza, che deve costituire il principale riferimento del medico competente nell’espletamento della sorveglianza sanitaria.
Il medico del lavoro, tecnicamente definito medico competente, è insomma una figura con specifiche competenze in materia di medicina occupazionale e di sicurezza degli ambienti di lavoro, competenze acquisite per il percorso di studi compiuto o per l’esperienza professionale maturata.
Responsabilità del Medico del Lavoro
La necessità di determinate competenze e la definizione di specifici obblighi per il medico del lavoro (medico competente), lo pone in una posizione di particolare responsabilità che vanno ben oltre le responsabilità di medici specialisti in altre discipline.
Infatti il medico del lavoro è assoggettato alle stesse responsabilità di tutti i medici specialisti, con l’aggiunta di ulteriori peculiari responsabilità che gli attribuisce il d.lgs 81/2008 e smi. Tali responsabilità prevedono nella maggior parte dei casi sanzioni anche rilevanti, sia amministrative che penali nel caso di inadempimento.
A fronte di queste responsabilità, il testo unico sicurezza sul lavoro stabilisce anche che il datore di lavoro garantisca al medico competente piena autonomia, fornendogli mezzi, risorse e informazioni onde permettergli di svolgere efficacemente la sua funzione di prevenzione. In particolare deve fornire al medico competente locali e attrezzature adeguate, personale specializzato e dedicato, informazioni tempestive su infortuni, assenze prolungate per motivi di salute, ecc.
Di cosa si occupa il Medico del Lavoro
Il medico del lavoro svolge all’interno dell’azienda o della diversa organizzazione lavorativa (studio professionale, laboratorio, cooperativa, ente pubblico, ecc) un’attività finalizzata alla prevenzione non solo primaria ma anche secondaria e terziaria.
Gli interventi di prevenzione primaria del medico del lavoro sono quelli finalizzati ad evitare che un lavoratore si ammali per cause correlate al lavoro. Interviene ad esempio collaborando con il datore di lavoro alla valutazione dei rischi per individuare ciascun rischio per la salute affinchè siano eliminati dal datore di lavoro e ove tecnicamente non possibile per fare in modo che siano ridotti ad un livello contenuto e controllabile, anche attraverso i dispositivi di protezione individuale.
Il medico del lavoro fa prevenzione secondaria individuando precocemente i casi di malattia, che possono derivare da causa lavorativa ma anche da cause extra-lavorative, e consente così al lavoratore di poter essere efficacemente curato. Ciò si realizza attraverso il monitoraggio ambientale richiesto dal medico del lavoro o attraverso le visite di idoneità lavorativa comprendenti accertamenti strumentali e di laboratorio che indagano gli organi bersaglio o compiono il monitoraggio biologico (es. spirometria, esami del sangue e delle urine).
Quando, per qualsiasi causa, il lavoratore abbia subito un’alterazione del suo stato di salute, il medico del lavoro mette in atto gli interventi di prevenzione terziaria, che sono finalizzati al recupero del soggetto e ad evitare che la patologia si aggravi o recidivi. Ad esempio nel caso di un infarto, il lavoratore rientrerà al lavoro solo dopo aver eseguito la necessaria riabilitazione e sarà assegnato a mansioni compatibili con il suo stato di salute (es. limitazioni nella movimentazione manuale dei carichi).
L'approccio seguito dal Medico del Lavoro
Il medico competente è dunque un baluardo della salute dei lavoratori, essendo la sua opera finalizzata alla loro tutela, ma è anche un consulente diretto del datore di lavoro, al quale fornisce le indicazioni che gli consentono di offrire ai propri lavoratori le migliori condizioni lavorative.
In questa delicata posizione, il medico del lavoro deve contemperare le esigenze di una piena tutela dell’integrità psico fisica dei lavoratori e la necessità del datore di lavoro di avere una struttura produttiva e dei collaboratori efficienti.
Per poter fare questo il medico del lavoro deve interagire con la direzione aziendale per cercare la migliore soluzione al singolo problema che riguarda la salute del lavoratore e la sua idoneità alla mansione.
Tale approccio è richiesto dal codice etico ICOH che tutti i medici del lavoro devono rispettare.
Infatti a norma dell’art. 39 del d.ls. 81/08, “L’attività di medico competente è svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale (ICOH).”
Nell’ultima edizione INAIL del Codice internazionale di etica per la Medicina del Lavoro si legge:
“È sempre più un dato di fatto che scopo primario di una corretta pratica di medicina del lavoro non è semplicemente effettuare accertamenti sulla salute e svolgere un’attività di servizio, ma anche preoccuparsi della salute dei lavoratori e della loro capacità lavorativa, con l’obiettivo di tutelarle, mantenerle e promuoverle, prendendo in considerazione anche aspetti legati a situazioni familiari e circostanze della vita indipendenti dal lavoro. Questo approccio diretto alla cura e alla promozione della salute sul luogo di lavoro si rivolge alla salute dei lavoratori ed alle loro necessità umane e sociali in un’ottica comprensiva e coerente, che va dall’azione preventiva, alla promozione della salute, all’assistenza sanitaria, al pronto soccorso, alla riabilitazione ed all’indennizzo ove necessario, alle strategie per il recupero ed il reinserimento nell’ambiente lavorativo.“